Di quale antropologia il mondo ha bisogno? Confronto sulla sostenibilità delle prassi antropologiche. Introduzione alla sezione monografica
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Come citare

Marchetti, M., Moretti, C., & Spada, S. (2024). Di quale antropologia il mondo ha bisogno? Confronto sulla sostenibilità delle prassi antropologiche. Introduzione alla sezione monografica. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 25(57). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/705

Abstract

What Kind of Anthropology Does the World Need? Discussion on the Sustainability of Anthropological Practices. Introduction to the Monographic Section

This monographic issue collects contributions that have experienced the complexity of co-operating within a logic of intervention (of research and/or work) that attempts to hold together self-reflexivity and a disciplinary posture anchored to a rigorous ethicalmethodological approach. By reflecting on the efforts in the construction of alliances, on emotions, criticalities and dilemmas, the authors attempt to show how much, and at what cost, they have been able as anthropologists to act sustainably in contexts structured in terms of roles and mandates and characterised by a strong inter-professional hierarchy. We therefore propose an opening reflection, which we hope can be further developed in the future, seeking to answer the following question: what do we produce and construct when we claim to “be anthropologists” in our operational and research fields?

Di quale antropologia il mondo ha bisogno? Confronto sulla sostenibilità delle prassi antropologiche. Introduzione alla sezione monografica

Il volume monografico raccoglie contributi che hanno sperimentato la complessità del co-operare in una logica di intervento (di ricerca e/o di lavoro) che tenta di tenere insieme autoriflessività e una postura disciplinare ancorate a un’etica-metodologica rigorosa. Attraverso la riflessione sulle fatiche nella costruzione di alleanze, emozioni, criticità e dilemmi, le autrici cercano di restituire quanto, a quale costo, si è state capaci come antropologhe di agire in modo sostenibile in contesti caratterizzati da una forte gerarchia interprofessionale e strutturati dal punto di vista dei ruoli e dei mandati. Proponiamo quindi una prima riflessione, che ci auspichiamo possa essere ulteriormente alimentata nel futuro, nel tentativo di rispondere alla seguente domanda: cosa produciamo e costruiamo quando nei nostri campi operativi e di ricerca rivendichiamo l’“essere antropologhe/i”?

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