Nuove e vecchie influenze. Antropologia medica e gli approcci post- e decoloniali
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Come citare

Brocco, G. (2022). Nuove e vecchie influenze. Antropologia medica e gli approcci post- e decoloniali. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 23(53). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/620

Abstract

New and Old Influences: Medical Anthropology and Post- and Decolonial Approaches

Over the past 40 years, post- and de-colonial ideas have developed and emerged from the circulation of the works of various intellectuals within the humanities and social sciences. These include the writings of Franz Fanon, Valentin-Yves Mudimbe and Edward Said. Research conducted by other scholars, some part of Subaltern Studies, such as Gayatri Spivak, and others belonging to the sphere of Black feminism, such as Sylvia Wynter and Françoise Vergès, fall within this strand of study. Out of these influences, medical anthropology and other cognate disciplines within the so-called “medical humanities” have produced, developed and refined various epistemological and methodological approaches that, not only can be defined as ‘critical’, but must be framed within the theoretical impulses inaugurated by post- and decolonial analyses. After introducing some of the guiding lines of this strand of ideas and knowledge, as they have been absorbed by current anthropological and sociological deliberations, this article identifies—incompletely and selectively—some of the multiple research avenues that have arisen at the intersection of post- and decolonial approaches and the reflections circulating within medical anthropology. More specifically, the three lines of research examined here regard: (1) the analysis of post- and decolonial subjectivities in relation to changing conceptions of health, disease, and disability; (2) the critical study of humanitarian and global health interventions; and (3) the examination of indigenous and non-Western systems of care and healing practices.

 

Nuove e vecchie influenze: antropologia medica e gli approcci post- e decoloniali

Durante gli ultimi 40 anni, il pensiero post- e de-coloniale si è sviluppato ed emerso a partire dalla circolazione delle opere di vari intellettuali all’interno delle scienze umane e sociali. Tra questi, si possono annoverare gli scritti di Franz Fanon, Valentin-Yves Mudimbe e Edward Said. Le ricerche condotte da altri studiosi e studiose, sia facenti parte dei Subaltern Studies, come Gayatri Spivak, che afferenti alla sfera del femminismo nero, come Sylvia Wynter e Françoise Vergès, rientrano in questo filone di studio. A partire da queste influenze, l’antropologia medica e altre discipline afferenti alle cosiddette medical humanities hanno prodotto, sviluppato e raffinato vari approcci epistemologici e metodologici che, non solo si possono definire “critici”, ma che devono essere inquadrati all’interno degli slanci teorici inaugurati dalle analisi post- e decoloniali. Dopo aver introdotto alcune delle linee guida di questo pensiero, così come sono state assorbite dall’attuale riflessione antropologica e sociologica, il presente articolo individua – in modo incompleto e selettivo – alcuni dei molteplici percorsi di ricerca nati dall’intersezione tra gli approcci post- e decoloniali e le riflessioni circolanti in seno all’antropologia medica. In modo più specifico, le tre linee di ricerca prese in esame in questo articolo riguardano: 1) l’analisi del carattere post- e decoloniale delle soggettività in relazione ai mutevoli stati della salute, della malattia e della disabilità; 2) lo studio critico degli interventi umanitari e di salute globale; 3) l’esame di sistemi e pratiche di cura indigeni e non-occidentali.

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