Etica e antropologia medica
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Come citare

Dei, F. (2020). Etica e antropologia medica. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 21(49). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/450

Abstract

Etica e antropologia medica

Per Tullio Seppilli, l’antropologia medica non si limita a studiare le rappresentazioni mediche dei vari sistemi culturali, ma mira a enunciare la verità sugli stati di salute e malattia, indagandone “la vasta rete delle determinanti sociali”. Determinanti biologiche e determinanti sociali non sono per lui due aspetti separati: si intrecciano invece costantemente. Da qui l’obiettivo, costantemente perseguito da Seppilli, di superare la grande divisione disciplinare tra scienze bio-antropologiche e scienze storico-sociali, cioè il vecchio binomio natura-storia, per ritrovarne una “unità dialettica”. Ciò lo porta a distanziarsi da certe banalizzazioni della critica alla biomedicina, che la condannano in quanto “egemonica” e “imperialista”, valorizzando invece l’antropologia medica come “alternativa”. In questo articolo, analizzando diversi momenti della produzione di Seppilli, cerco di mostrare come per lui biomedicina e antropologia medica partecipino di un comune fondamento epistemologico generale, quello della “concezione scientifica del mondo”. La sua critica alla biomedicina non è di essere troppo scientifica, ma semmai di esserlo troppo poco. Di studiare cioè, e di riconoscere, solo una parte dei processi in gioco nella determinazione della salute e della malattia.

Ethics and medical anthropology. Tullio Seppilli and the morality of science

In the vision of Tullio Seppilli, medical anthropology is not only the study of medical representations of the various cultural systems but aims to state the truth about health and disease states, investigating the vast network of their social determinants. Biological determinants and social determinants are not two separate aspects: instead, they are constantly intertwined. Hence the goal, constantly pursued by Seppilli, of overcoming the great disciplinary divide between bio-anthropological sciences and historical- social sciences, that is the old nature-history dichotomy, to find a “dialectical unity”. This leads him far from certain trivializations of the criticism of biomedicine, which condemns it as “hegemonic” and “imperialist”, instead valuing medical anthropology as an “alternative”. This article, analyzing different moments of Seppilli’s work, tries to show how for him biomedicine and medical anthropology participate in a common general epistemological foundation, that of the “scientific conception of the world”. His criticism of biomedicine is not being too scientific, but rather being too little: that is, it studies and recognizes only a part of the processes involved in determining health and disease.

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