La lezione di Tullio Seppilli
PDF

Parole chiave

Seppilli

Come citare

Lupo, A. (2020). La lezione di Tullio Seppilli. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 21(49). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/445

Abstract

La lezione di Tullio Seppilli

Il testo contiene la relazione introduttiva al 2° Convegno nazionale della Società italiana di antropologia medica, realizzato a Perugia nel giugno 2018 e dedicato alla memoria di Tullio Seppilli, la cui scomparsa nell’agosto del 2017 – dopo l’intenso primo trentennio di vita della Siam – costituisce uno spartiacque nella storia di questa disciplina in Italia. Dopo i ringraziamenti alle istituzioni e alle persone che hanno reso possibile la realizzazione del convegno, si traccia una breve ricapitolazione del fondamentale lascito di Tullio Seppilli, fondatore dell’antropologia medica italiana e promotore della sua crescita scientifica e affermazione come sapere dalla essenziale utilità sociale (come dimostra l’esempio del pluridecennale rapporto di collaborazione con le istituzioni sanitarie attuato in Umbria). Vengono quindi presentati alcuni dei risvolti problematici rilevabili nella pratica antropologico-medica: la difficoltà a soddisfare la frequente aspettativa di fornire in tempi assai ridotti risposte semplificate a problemi riguardanti fenomeni complessi; la percezione spesso riduttiva dell’antropologia medica come sapere tecnico, utile essenzialmente a gestire la popolazione straniera; l’idea fuorviante della sua “neutralità” e facilità applicativa; il rischio che essa si presti a fornire dei fenomeni spiegazioni riduttivamente culturaliste che ne occultino le cause strutturali. Vengono quindi avanzate alcune esigenze e proposte per il futuro della Siam: la promozione dell’interlocuzione con le componenti più aperte e motivate delle discipline di ambito medico; l’incremento della collaborazione interdisciplinare; l’adozione di forme di comunicazione degli esiti delle ricerche che siano chiare, sintetiche e accessibili; la cura particolare dell’insegnamento dell’antropologia nell’ambito formativo della medicina e delle professioni sanitarie; il potenziamento dei vincoli istituzionali e delle forme di collaborazione con l’estero. Infine, per quanto riguarda la vita associativa, si delineano alcuni impegni programmatici: a incrementare l’accessibilità della produzione scientifica della Siam, anche attraverso il potenziamento del sito e la digitalizzazione delle pubblicazioni; a realizzare un calendario di iniziative e incontri con cadenza serrata e ampia distribuzione territoriale; rafforzare i rapporti con le istituzioni sanitarie e monitorare la qualità della didattica antropologica in ambito medico-sanitario. In conclusione, viene ribadito il convincimento del ruolo sostanziale che l’uso sociale dell’antropologia può fornire ella tutela e nel funzionamento del sistema sanitario nazionale come bene comune.

The lesson of Tullio Seppilli

The article consists of the introductory report to the 2nd National Conference of the Italian Society of Medical Anthropology, held in Perugia in June 2018 and dedicated to the memory of Tullio Seppilli, whose death in August 2017 — after the first thirty years of Siam’s existence — constitutes a watershed in the history of this discipline in Italy. After thanking the institutions and the people who made the conference possible, the Author presents a brief summary of the fundamental legacy of Tullio Seppilli, founder of Italian medical anthropology and promoter of its scientific growth and affirmation as a socially useful knowledge (as shown by the example of the decades-long relationship with healthcare institutions implemented in Umbria). Subsequently, he outlines some of the problems that can be detected in the practice of medical anthropology: the difficulty in satisfying the frequent expectation of providing in a very short time simple answers to problems concerning complex phenomena; the frequent reductionist perception of medical anthropology as technical knowledge, essentially useful for managing the foreign population; the misleading idea of its being “neutral” and easy to apply; the risk that it may lend itself to providing reductively culturalist explanations of health phenomena, thus concealing their structural causes. Furthermore, he illustrates some proposals for the future of Siam: the promotion of dialogue with the most open and motivated members of medical sciences; increasing interdisciplinary collaboration; the adoption of clear, concise and accessible ways to communicate research results; a particular care in teaching anthropology in the educational field of medicine and health professions; the strengthening of institutional relations and collaboration with foreign countries. Finally, concerning the associative life, some programmatic commitments are outlined: an increase of the accessibility to Siam’s scientific production, pursued through the updating and enhancement of the site and the digital conversion of publications; the creation of a dense schedule of initiatives and meetings with a wider territorial distribution; the strengthening of relations with health institutions and monitoring the quality of anthropological education in the medical-health field. Finally, the Author stresses the conviction of the substantial role that anthropology’s social use can provide in the defense of the national health system as a common good.

PDF