Abstract
Clinical experiences on susto or espanto in Mexico City
Susto or espanto is a nosological category of the Latin American traditional medicine that is considered by the American Psychiatric Association in its classification of mental disorders (DSM-IV), as a culture-dependent disease or culture-bound syndrome.
In Mexico it is – along with the evil eye and the empacho – one of the three principal areas of healing intervention by the traditional doctors, and in all cases is related with the loss of a spiritual entity that can be called soul, shadow, tona, or other name. The academic interpretations range from the anthropological (that focus on considerations and symbolic meanings associated with the etiology, diagnosis and treatment) to the biomedical, which reduce the problem to a psychosomatic one related to the so-called “acute post-traumatic shock”, for which is required a bit of psychotherapy and tranquilizers.
In this work I present my clinical experience with seven cases of patients that I followed as a family doctor of the Instituto mexicano del seguro social (IMSS), and I have diagnosed as asustados. All of them had suffered a sudden and violent emotional experience, with serious bodily and mental consequences: loss of appetite, abnormal dreams, pain, inflammation and tingling in the arms and legs, headaches and other minor ailments. The seven patients were referred and treated by urban curanderos, some of them in the proper domestic space and others at curanderos located in different neighborhoods or the surroundings of Mexico City. They were all cured and satisfied by the achievements of the curanderos and, equally satisfied by the intercultural approach followed by the academic doctor. In analyzing these cases does not seem to occur any difference in age, gender, education and marital status. In all cases initially there was a violent event and a very similar clinical picture. The treatment performed by the curanderos was similar for all of the mand the effectiveness was complete. We conclude that it is possible to introduce epistemological ruptures in biomedical training, recognize the legitimacy of the culturally conditioned syndromes, attend together – with the curanderos – this type of cases and make changes to the academic training in medicine, nursing and dentistry, in order to achieve a cultural practice in line with the socio-cultural diversity that we live in Latin America.
Esperienze cliniche sul susto o espanto a Città del Messico
Il susto o espanto è una categoria nosologia della medicina tradizionale latino-americana, considerata peraltro dalla American Psychiatric Association nella sua classificazione dei disturbi mentali (DSM-IV) come una malattia dipendente dalla cultura o comunque culturalmente condizionata (culture-bound syndrome).In Messico essa costituisce – insieme al malocchio e al empacho – uno dei tre principali ambiti di intervento curativo da parte dei medici tradizionali, e si rapporta in ogni caso con la perdita di una identità animica che può venir chiamata anima, ombra, tona, con altra denominazione. Le interpretazioni accademiche variano da quelle antropologiche (che si incentrano sulle considerazioni e i significati simbolici connessi alla eziologia, alla diagnostica e al trattamento) fino a quelle biomediche, che la riducono a un problema psico-somatico legato al cosiddetto “shock post-traumatico acuto” per il quale si richiede soltanto un po’ di psicoterapia e di farmaci tranquillanti.
In questo lavoro presento la mia esperienza clinica con sette casi di pazienti da me seguiti come medico di famiglia dell’Instituto mexicano del seguro social (IMSS), che ho appunto diagnosticato come asustados. Tutti loro avevano subito una improvvisa e violenta impressione emotiva, con gravi conseguenze mentali e corporee: perdita di appetito, alterazione nei sogni, dolori, infiammazioni e formicolio alle braccia e alle gambe, emicrania e altri malesseri minori.
I sette pazienti sono stati indirizzati e trattati da curanderos urbani: alcuni nel proprio spazio domestico e altri presso curanderos ubicati in differenti quartieri o dintorni di Città del Messico. Sono risultati tutti guariti e soddisfatti di quanto realizzato dai curanderos. E, egualmente soffisfatti dall’approccio interculturale seguito dal medico accademico.
Analizzando questa casistica sembra che non si manifestino differenze quanto a età, genere, scolarità e stato civile. In tutti i casi si è verificato inizialmente un evento violento e un quadro clinico molto simile. Il trattamento effettuato dai curanderos è stato analogo per tutti loro, e l’efficacia è risultata totale. Possiamo concludere affermando che è possibile introdurre rotture epistemologiche nella formazione biomedica, riconoscere la legittimità delle sindromi culturalmente condizionate, prendersi cura di questo tipo di casi insieme ai curanderos. Occorre modificare i contenuti curricolari della formazione in medicina, in infermieristica e in odontologia, per costruire una pratica interculturale coerente con la diversità socio-culturale che viviamo in America Latina.