La solitudine dei feticci. Alcune considerazioni sulle politiche dell’etnopsichiatria alla luce di una recente polemica francese
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Come citare

Schirripa, P. (2003). La solitudine dei feticci. Alcune considerazioni sulle politiche dell’etnopsichiatria alla luce di una recente polemica francese. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 8(15-16). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/171

Abstract

The loneliness of fetishes. Some reflections about the policies of ethnopsychiatry arising from a recent French debate.

This contribution presents some reflections about the policies of ethnopsychiatry. The occasion come from a recent French debate which has involved the anthropologist Didier Fassin and the ethnopsychiatrist Tobie Nathan. The core of the debate was the Nathan’s method. According to Fassin it could be a tool, through the claim of their cultural specificity, to mantain the immigrants into a cultural ghetto. Largely, comparing Nathan’s and Carothers’ work, Fassin discusses the political functions that the ethnopsychiatry, as discipline and practice, has assumed from its origins. According to Fassin the original sin of ethnopsychiatry rest in the attempt to “culturalize” the “other people” psychic troubles without paying attention to the social causes. It is an “original sin” that it is possible to find also today in the work of ethnopsychiatrists. In fact Fassin accuses Nathan to hold the same inclination. Natahan’s theories and practices propose, according to Fassin, the same culturalist paradigm. Going through the debate, the article discusses Nathan’s method and the origin of ethnopsychiatry in the colonial psychiatry. It tries to focus on some central political questions, as the problem of citizenship, which are constant in the development of ethnopsychiatry. The Author claims the need to conjugate the cultural diversity with its historical shaping by the unequal relations in the colonial world and the class questions.

La solitudine dei feticci. Alcune considerazioni sulle politiche dell’etnopsichiatria alla luce di una recente polemica francese

Questo contributo discute di alcune questioni connesse con le politiche dell’etnopsichiatria. L’occasione deriva da una recente polemica francese che ha visto coinvolti l’antropologo Didier Fassin e l’etnopsichiatra Tobie Nathan. In questione era il fatto che il metodo di Nathan in qualche modo lasciasse prefigurare una ghettizzazione degli immigrati entro le loro specifiche tradizioni terapeutiche. Più in generale però, attraverso un accostamento tra Nathan e Carothers, si metteva in causa la stessa vocazione dell’etnopsichiatria accusata di indulgere troppo verso il culturalismo, celando in tal modo più ampie problematiche sociali e i rapporti di forza e di classe. Ripercorrendo la polemica l’articolo discute del metodo di Nathan e delle origini dell’etnopsichiatria nella psichiatria coloniale. In tal modo vengono messe in luce alcune questioni politiche centrali, quali il problema della cittadinanza, che attraversano la storia della disciplina, riproponendo la necessità che l’affermazione della diversità culturale tenga conto del suo storico formarsi nei rapporti di forza nel mondo coloniale e delle relazioni di classe.

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