Abstract
Antonio Gramsci and medical anthropology now. Hegemony, agency and transforming persons
This article has only one aim: to demonstrate the urgency for contemporary medical anthropology of a direct reading of the works of Antonio Gramsci (1891-1937). Gramsci’s dialogic and experimental way of thinking seems to elude all the interpretive classifications furnished by the exegetes or by anthropological theory. The Author of this article lay stress on Gramsci’s anthropological vocation and explores three main questions: hegemony, agency, and transformations of the person. There is a dramatic and reflexive attention in Gramsci for the bodily esperience of suffering, for the embodiment processes, and at the same time an “engaged observation”, which can be called ethnographic, of the the microphysics of social transformation, the hegemony and the agency of the State, the person, and the collectivity. The Gramscian critique can push contemporary medical anthropology to lay stress on the political aspects of embodiment in order to put into question the health-illness dichotomy and to conceive it instead as a socio-political process. This involves a reinforcement of a critical, reflexive, self-objectifying methodology inside the medical anthropological scientific and academic field itself.
Antonio Gramsci e l’antropologia medica ora. Egemonia, agentività e trasformazioni della persona
Questo saggio ha un solo scopo: mostrare l’urgenza per l’antropologia medica contemporanea di una lettura diretta dell’opera di Antonio Gramsci. Il pensiero dialogico e sperimentale di Gramsci sembra eludere tutte le classificazioni interpretative fornite dagli esegeti, incluse le letture antropologiche. L’Autore di questo saggio sottolinea la vocazione antropologica di Gramsci ed esplora in particolare tre argomenti: l’egemonia, l’agency, e le trasformazioni della persona. In Gramsci vi è una attenzione drammatica e riflessiva alla esperienza corporea della sofferenza, e ai processi di incorporazione, e anche una “attenzione impegnata”, che può essere definita etnografica, per le microfisiche della trasformazione sociale, l’egemonia dello Stato e l’agency individuale e collettiva. La critica gramsciana può spingere l’antropologia medica contemporanea a sottolineare la dimensione politica dei processi di incorporazione in modo da rimettere in questione la dicotomia salute-malattia per concepirla come processo sociopolitico. Ciò richiede il rafforzamento di una metodologia critica, riflessiva e autoggettivante all’interno dello stesso campo scientifico-accademico dell’antropologia medica.