https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/issue/feedAM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica2024-12-11T12:06:27+01:00AMredazioneam@antropologiamedica.itOpen Journal Systems<p>AM. Rivista Scientifica Antropologica - Università degli Studi di Perugia</p>https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/724Editoriale di AM 582024-12-11T10:41:02+01:00Giovanni Pizzaredazioneam@antropologiamedica.it<p>Editoriale di AM 58</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/725Esperimenti alchemici e sapere endocrinologico. Netnografia della terapia ormonale sostitutiva fai-da-te transfem2024-12-11T11:16:57+01:00Ylenia Baldanzaredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Alchemical Experiments and Endocrinological Knowledge. Netnography of Do-It-Yourself Hormone Replacement Therapy Transfem</strong></p> <p>The article proposes a netnographic analysis of some chat groups of trans women and some sites and online resources dedicated to do-it-yourself feminizing hormone replacement therapies. Using the tools of digital anthropology, I intend to investigate the networks of relationships that the subjects weave within these groups. Starting with the concept of self-care, as formulated by Fainzang (2013), we aim to describe the ways in which trans women use digital tools to determine their gender identity. Finally, it is shown how the formation of social networks and the sharing of endocrinological knowledge allows for a rethinking of biomedical authority</p> <p><strong>Esperimenti alchemici e sapere endocrinologico. Netnografia della terapia ormonale sostitutiva fai-da-te transfem</strong></p> <p>L’articolo propone un’analisi netnografica di alcuni gruppi chat di donne trans e di alcuni siti e risorse online dedicati alle terapie ormonali sostitutive femminilizzanti fai-da-te. Utilizzando gli strumenti dell’antropologia digitale si intende indagare le reti di relazioni che i soggetti intessono all’interno dei suddetti gruppi. A partire dal concetto di autocura, come formulato da Fainzang (2013), ci si prefigge lo scopo di descrivere le modalit attraverso cui le donne trans usano strumenti digitali per determinare la propria identit di genere. Viene infine mostrato come la formazione di reti sociali e la condivisione del sapere endocrinologico permetta di ripensare l’autorit biomedica.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/726La gestione della sessualità dei pazienti in una Rems. Narrazioni controegemoniche e pratiche di resistenza all’interno di un contesto psichiatrico forense2024-12-11T11:17:53+01:00Amalia Campagnaredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Managing Patients’ Sexuality Inside a Rems. Counter-Hegemonic Narratives and Resistance Practices in a Forensic Psychiatric Hospital</strong></p> <p>Starting from an ethnographic experience inside a Residence for the Execution of Security Measures (Rems), this contribution highlights the ways in which the healthcare team builds spaces of resistance to the demands of social control made by the institution itself. Using the case of the management of patients’ sexuality, the contribution deepens the link between care and control within a context of limitation of personal freedom. It illustrates how, through a tactical sharing of the positioning of each social actor within the group, the team is able to create spaces to derogate from rules felt to be inconsistent with their work of care and thus resist the instances of control implicit in the work in Rems.</p> <p><strong>La gestione della sessualità dei pazienti in una Rems. Narrazioni controegemoniche e pratiche di resistenza all’interno di un contesto psichiatrico forense </strong></p> <p>A partire da un’esperienza etnografica all’interno di una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems), questo contributo intende mettere in luce le maniere tramite cui l’équipe curante costruisce spazi di resistenza alle richieste di controllo sociale avanzate dall’istituzione per cui lavora. Utilizzando il caso della gestione della sessualit dei pazienti, il contributo approfondisce il legame tra cura e controllo all’interno di una contesto di limitazione della libert personale. Si illustra come, tramiteuna condivisione tattica del posizionamento di ciascun attore sociale rispetto al gruppo, l’équipe riesce a creare spazi per derogare regole sentite come incoerenti con il lavoro di cura e dunque resistere alle istanze di controllo presenti nel lavoro in Rems</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/727Mindful Death: prospettive buddhiste sulla crisi della presenza2024-12-11T11:18:35+01:00Federico Divinoredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Mindful Death: Buddhist Perspectives on the Crisis of Presence</strong></p> <p>Starting from recent thanatological considerations regarding the relationship between the reduction of Death Anxiety (DA) and spiritual practices, the present article aims to reflect upon the ethnographic material gathered in the context of a study on contemplative practices. It reveals how these practices are linked to states of crisis of presence as described in de Martino’s work, while also concealing potential for personal “healing” that involves transcending the crisis. We will propose a reevaluation of the concept of crisis of presence in light of these findings, and in conclusion, we will offer reflections on the relationship between the growing reliance on contemplative and spiritual practices to address situations of crisis and anguish, including DA, and the advent of the Anthropocene era.</p> <p><strong>Mindful Death: prospettive buddhiste sulla crisi della presenza</strong></p> <p>Partendo dalle recenti considerazioni tanatologiche sul rapporto tra riduzione della Death Anxiety (DA) e pratiche spirituali, il presente articolo intende riflettere sul materiale etnografico raccolto nel contesto di una ricerca sulle pratiche contemplative e che rivela come esse siano connesse a stati di crisi della presenza descritti nel lavoro di de Martino, ma nascondano altresì potenzialit di “cura” personale che passano attraverso il trascendimento della crisi. Si proporr una rivalutazione del concetto di crisi della presenza alla luce di questi riscontri, e in conclusione si formuleranno riflessioni sulla relazione tra il crescente affidamento che si fa a pratiche contemplative e spirituali per affrontare situazioni di crisi ed angoscia, inclusa la DA, e l’avvento dell’antropocene.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/728Pluralismo medico e neoindigenismo in pandemia (Oaxaca)2024-12-11T11:19:32+01:00Elena Fusar Poliredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Medical Pluralism and Neo-Indigenism in Pandemic (Oaxaca)</strong></p> <p>During Covid-19, traditional medicine in Oaxaca has been a central element for prevention and treatment in rural areas, undergoing a period of dissemination, experimentation, and transformation. This ethnographic article explores the dynamism of the concept of traditional medicine and delves into the relationships between Oaxacan traditional medicine, biomedicine, and medicines specific to various geographical contexts, highlighting a general approach of pragmatic pluralism. The transformations are framed within a neo-indigenous trend characterized by new actors and knowledge from heterogeneous cultural backgrounds. The article reflects on the ambivalence between the generative potential and the risk of cultural impoverishment associated with these reconfigurations.</p> <p><strong>Pluralismo medico e neoindigenismo in pandemia (Oaxaca) </strong></p> <p>Durante il Covid-19, la medicina tradizionale di Oaxaca ha costituito un elemento centrale per la prevenzione e la cura nelle aree rurali, attraversando un periodo di diffusione, sperimentazione e trasformazione. Il presente articolo etnografico esplora il dinamismo del concetto di medicina tradizionale e approfondisce le relazioni tra medicina tradizionale oaxaqueña, biomedicina e le medicine proprie di diversi contesti geografici, rilevando un approccio generale di pluralismo pragmatico. Le trasformazioni vengono inquadrate in una tendenza neoindigenista caratterizzata da nuovi soggetti e conoscenze provenienti da contesti culturali eterogenei. L’articolo riflette sull’ambivalenza tra potenziale generativo e rischio di impoverimento culturale di tali rielaborazioni.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/729La Sclerosi multipla nel suo farsi. Pratiche di cura nella negoziazione del “corpo vissuto”2024-12-11T11:19:55+01:00Rosanna Gullàredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Multiple Sclerosis (Ms) in Its Making. Care Practices in the Negotiation of the “Lived Body” </strong></p> <p>The article addresses the relationships between the politics of knowledge in Ms and patients’ embodied experiences of illness and care. “Lived body” and “embodiment” paradigms constitute the theoretical tools to explore how the disease is “enacted” and how the sick body is constructed in relation to the chosen therapeutic treatments. Ccsvi hypothesis and Coimbra protocol are acknowledged by a percentage of patients and not by the scientific community linked to the dogma of autoimmunity and drugs to control it. Focus are the socio-cultural, economic and political processes of which the Ms phenomenon is a part, in the experience of patients.</p> <p><strong>La Sclerosi multipla (Sm) nel suo farsi. Pratiche di cura nella negoziazione del “corpo vissuto” </strong></p> <p>L’articolo affronta le relazioni tra le politiche del sapere nella Sm e i vissuti incorporati di malattia e cura delle/dei pazienti. Il paradigma del “corpo vissuto” e quello dell’“incorporazione” costituiscono gli strumenti teorici per esplorare come la malattia viene “messa in atto” e come viene costruito il corpo malato in relazione ai trattamenti terapeutici scelti. L’ipotesi Ccsvi e il protocollo Coimbra sono riconosciuti da pazienti e non dalla comunit scientifica legata al dogma dell’autoimmunit e ai farmaci per controllarla. Centrali i processi socioculturali, economici e politici di cui è parte il fenomeno Sm, nell’esperienza delle persone che ne soffrono.</p> <p> </p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/730Ecologie delle pratiche nella vaccinovigilanza italiana. Antinomie nel sapere vaccinale2024-12-11T11:25:17+01:00Ilaria Eloisa Lesmoredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>Ecologies of Practices within the Italian Vaccine Pharmacovigilance. </strong></p> <p>Antinomies in Vaccine Knowledge Vaccine pharmacovigilance has been conceived as a system able to constantly monitor vaccines’ safety. However, it is a complex socio-cultural practice, which needs to be unpacked. In this article I explore some ecologies of practices operating within the pediatric vaccine pharmacovigilance in Italy. I base my analysis on the ethnographic research I carried out from 2017 to 2021. I show two main processes: firstly, a “labor of the negative” operating in vaccine pharmacovigilance, which maintains the vaccine benefit/risk balance stable within public representations; secondly, the way through which this “work of knowledge” paradoxically generates frictions, distrust and even alternative worlds.</p> <p> </p> <p><strong>Ecologie delle pratiche nella vaccinovigilanza italiana. </strong></p> <p>Antinomie nel sapere vaccinale La vaccinovigilanza è stata concepita come una pratica in grado di monitorare la sicurezza dei vaccini, tuttavia si tratta di un processo socio-culturale complesso, che richiede di essere indagato. In questo articolo, esploro alcune ecologie delle pratiche che operano all’interno della farmacovigilanza relativa ai vaccini pediatrici in Italia. Baso la mia analisi su una ricerca etnografica condotta tra il 2017 e il 2021. Evidenzio, in particolare, due processi: un “lavoro del negativo” che opera mantenendo stabile l’equilibrio rischi-benefici nelle rappresentazioni pubbliche relative ai vaccini; il modo in cui tale “lavoro della conoscenza” può paradossalmente generare frizioni, sfiducia e finanche mondi alternativi.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/731L’algo-poiesi. Darsi forma attraverso il dolore tra sguardi patologizzanti2024-12-11T11:29:54+01:00Federica Manfrediredazioneam@antropologiamedica.it<p><strong>The Algo-Poiesis. Self-Molding Through Pain and Pathologizing Gaze </strong></p> <p>With a constructivist approach, the article reflects on the symbolic meanings of pain experiences, based on the ethnographic case of body suspensions. The pathologization of pain by non-practitioners reveals expectations about how pain should be signified, delegitimizing the practice of suspension. The misunderstanding of algo-poiesis, meaning the process of self-moulding through pain, leads to strategies of (in)visibility and raises questions about the sense of authenticity for practitioners. The reflection analyzes the intersection of perspectives between outsiders and practitioners, examining data collected through interviews, participant observation, and moments of dialogue with the scientific community</p> <p><strong>L’algo-poiesi. Darsi forma attraverso dolore e sguardi patologizzanti </strong></p> <p>Con approccio costruttivista, l’articolo riflette sulle valenze simboliche delle esperienze di dolore basandosi sul caso etnografico delle sospensioni corporee. La patologizzazione del dolore da parte di chi non pratica svela aspettative di come significare il dolore, delegittimando la sospensione. L’incomprensione dell’algo-poiesi, ovvero il processo di creazione di sé attraverso il dolore, d luogo a strategie di (in)visibilit e problematizza il senso di autenticit per i praticanti. La riflessione analizza l’incrocio di sguardi tra outsider e praticanti esaminando i dati raccolti tramite interviste, osservazione partecipante e momenti di confronto con la comunit scientifica.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/732Impianto degli stent coronarici: come l’oggetto diviene parte della struttura cognitiva del soggetto2024-12-11T11:33:35+01:00Sara Cassandraredazioneam@antropologiamedica.it<p>Impianto degli stent coronarici: come l’oggetto diviene parte della struttura cognitiva del soggetto</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/733Physicians Travelling to Eastern Europe2024-12-11T11:37:56+01:00Elena Barbulescuredazioneam@antropologiamedica.it<p>Lidia Trăuşan-Matu, Iuliu Barasch. Medicină de pionierat în Țara Românească [Iuliu Barasch. Pioneering Medicine in Wallachia], Corinth, Bucharest 2023, 364 pp.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/734I robot non salveranno il Giappone dall’invecchiamento demografico e da se stesso (neanche la dicotomia fra cura e tecnologia)2024-12-11T11:42:17+01:00Francesco Diodatiredazioneam@antropologiamedica.it<p>James wright, Robot Won’t Save Japan: An Ethnography of Eldercare Automation, Cornell University Press, New York 2023, 198 pp.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c) https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/735Gli orizzonti della riabilitazione. Alcol e nozione di persona in Uganda2024-12-11T11:46:00+01:00Lorenzo Urbanoredazioneam@antropologiamedica.it<p>China Scherz, George Mpanga, Sarah Namirembe, Higher Powers.<br>Alcohol and After in Uganda’s Capital City, University of California Press,<br>Berkeley 2024, 144 pp.</p>2024-12-11T00:00:00+01:00Copyright (c)