@article{Tassan_2017, title={L’occhio dei luoghi e l’azione delle Mãe d’Água. Topografie della malattia in una comunità afrodiscendente (Quilombo Frechal, Maranhão, Brasile)}, volume={19}, url={https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/414}, abstractNote={<p><strong>The eye of the places and the action of the Mãe d’Água. Topographies of illness in an Afro-descendant community (Quilombo Frechal, Maranhão, Brazil)</strong></p> <p>This paper aims to propose the concept of “topographies of illness” to analyse the experiences of individual malaise which, in the Frechal Afro-descendant community (Maranhão, Brazil), are connected with the action of an entity known as Mãe d’Água. In this context, the mapping of places corresponds to that of the possible illnesses caused by the gaze of the Mãe d’Água that inhabits them. At the same time, the body of some individuals, called radiados (“radiated”), looks like a place that can be ap-propriated by that encantado. The illness, in that case, acquires a double significance. On the one hand, it is taken as a sign of predestination with respect to the possibility of becoming pajé, the local healer. On the other hand, when such condition in not accepted, it leaves the “radiated” person in a state of suffering which accompanies in a variable way his/her entire life. Reconstructing the topographies of illness means not only exploring the complex interactions between Mãe d’Água, bodies, and places, but also recognizing the hybridization between an indigenous medical system like the Amazonian pajelança and the symbolic universe related to the experience of posses-sion, which characterizes the Tambor de Mina, a very popular Afro-Brazilian religion in Maranhão.</p> <p><strong>L’occhio dei luoghi e l’azione delle Mãe d’Água. Topografie della malattia in una comunità afrodiscendente (Quilombo Frechal, Maranhão, Brasile)</strong></p> <p>L’articolo intende proporre il concetto di “topografie della malattia” per analizza-re le esperienze di malessere individuale che, nella comunità afrodiscendente di Frechal (Maranhão, Brasile), vengono ricondotte all’azione di un’entità nota come Mãe d’Água. In questo contesto, la mappatura dei luoghi corrisponde a quella delle possibili malattie causate dallo sguardo della Mãe d’Água che li abita. Al tempo stesso, il corpo di alcuni individui, detti radiados (“irradiati”), si configura come un luogo potenzialmente appropriabile da questo encantado. La malattia assume in questo caso una duplice valenza. Da una parte, si configura come un segnale di predestinazione rispetto alla possibilità di divenire pajé, il curatore locale. Dall’altra, quando questa condizione non viene accettata, diventa uno stato di sofferenza che accompagna in maniera altalenante tutta la vita di un individuo “irradiato”. Ricostruire le topografie della malattia significa non solo esplorare le complesse interazioni tra Mãe d’Água, corpi e luoghi, ma anche riconoscere l’ibridazione avvenuta tra un sistema medico di ascendenza indigena come la pajelança amazzonica e l’universo simbolico riconduci-bile alle esperienze di possessione che caratterizzano il Tambor de Mina, una religione afro-brasiliana molto diffusa nel Maranhão.</p&gt;}, number={43-46}, journal={AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica}, author={Tassan, Manuela}, year={2017}, month={ott.} }