@article{Bortoluzzi_2006, title={Il ñak’aq: sindrome culturale o ermeneutica indigena?}, volume={11}, url={https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/237}, abstractNote={<p><strong>The ñak’aq: cultural syndrome or aboriginal hermeneutics?</strong></p> <p>This article is an analysis of the available linguistic, historic, iconographic and ethnographic sources related to a character of the Andean oral tradition which, in given circumstances, attacks its victims to acquire their body fat.<br>This kind of Andean vampire has been often interpreted as the aboriginal representation of the cultural other, an antisocial being embodying the relationship of domination and economic exploitation of the white men over the natives.<br>However the complexity of this phenomenon shows a network of historic and cultural intersections, which require a “deeper” analysis, under the variation of contextual significancies, up to showing the symbolic regime hidden by the signs of the time.<br>The ambiguity of the character, its liminality, make it a non classifiable being able to change constantly reflecting the changes in the historical, political, economic and social conditions, restructuring and re-signifying continuously the reality through the collective imagination from which the tales where it starts take life.<br>The interpretation herewith provided, abandons the folkloric study of the tales to try to understand those dramatically realistic aspects which go beyond the limits of the narrative text to concretize in the language of violence and disease: as in lynching cases of alleged ñak’aqkuna or of the development of diseases caused by fat extraction.</p> <p><strong>Il ñak’aq: sindrome culturale o ermeneutica indigena?</strong></p> <p>L’articolo presenta un’analisi delle diverse fonti (linguistiche, storiche, iconografiche ed etnografiche) correlate ad una figura della tradizione orale andina che in determinate occasioni assale le sue vittime per estrarre loro il grasso. Questa sorta di vampiro andino è stato spesso interpretato come la rappresentazione indigena dell’altro culturale, un essere antisociale che incarnerebbe la manifestazione stessa del rapporto di dominio e di sfruttamento economico del mondo dei bianchi su quello dei nativi.<br>Tuttavia la complessità del fenomeno dimostra una serie di intersezioni e articolazioni storico-culturali che richiedono un’analisi più “profonda”, sotto il variare delle significanze contestuali, in grado di manifestare il regime simbolico occultato dalle concrezioni segniche del tempo. L’ambiguità del personaggio, la sua liminalità, lo rendono piuttosto un essere inclassificabile in grado di trasformarsi costantemente in relazione alle mutate condizioni storiche, politiche, economiche e sociali ristrutturando e risignificando continuamente la realtà attraverso l’immaginario da cui prendono vita i racconti di cui è protagonista. L’interpretazione che qui si vuole fornire esce, allora, dallo studio folclorico della narrazione per cercare di rendere ragione di quegli aspetti drammaticamente realistici che superano i limiti del testo narrativo per concretizzarsi nel linguaggio della violenza e della malattia: come nei casi di linciaggio di presunti ñak’aqkuna dell’insorgere&nbsp; di sintomatologie tipiche causate dall’estrazione del grasso.</p&gt;}, number={21-26}, journal={AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica}, author={Bortoluzzi, Manfredi}, year={2006}, month={ott.} }