Sguardi disabili di una cultura dominante. Prospettive etnocliniche
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Come citare

Finco, R. (2020). Sguardi disabili di una cultura dominante. Prospettive etnocliniche. AM. Rivista Della Società Italiana Di Antropologia Medica, 21(50). Recuperato da https://www.amantropologiamedica.unipg.it/index.php/am/article/view/510

Abstract

Disabled Looks of a Dominant Culture. Ethnoclinical Perspectives.

This contribution tells how ethnoclinical pathways can be activated within our school system that allow both children of migrant origin with disabilities, and their families, and care professionals to defuse the dominant processes that medicalisation imposes in treating differences. In recent years, schools have increasingly built protocols and practices in line with medical theories, becoming the first link in the medicalisation chain. The intersectionality that accompanies these children, and their families, generates profound inequalities and social suffering that must be recognised and transformed so as not to produce disabling thoughts and practices. Through the story of Elijah, a yoruba child of almost five years of age, an attempt has been made to show how the ethnoclinical approach can be a tool to give voice to inaudible silences and to propose a reading of the singularities that favour a change of look in institutions.

Sguardi disabili di una cultura dominante. Prospettive etnocliniche   Questo contributo racconta di come all’interno del sistema scolastico si possano attivare percorsi etnoclinici che permettano sia ai bambini di origine migrante con disabilità, e alle loro famiglie, che ai professionisti della cura, di disinnescare i processi dominanti che la medicalizzazione impone nel trattare le differenze. Negli ultimi anni la scuola ha costruito sempre più protocolli e prassi in linea con le teorie mediche, diventando il primo anello della catena della medicalizzazione. L’intersezionalità che accompagna questi bambini, e le loro famiglie, genera profonde disuguaglianze e sofferenze sociali che devono essere riconosciute e trasformate, al fine di non produrre pensieri e pratiche disabilitanti.      

 

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